Mostre

Dicono di me

Le opere d’arte di Caterina Romano esprimono il suo disagio esistenziale in una società contemporanea dominata dalla iper-comunicazione dei new media, sempre più incapace di far emergere e promuovere contenuti umani e culturali, alla mercé della ricerca di consensi ad ogni costo, “like/don’t like”, terreno fertile per nuovi conflitti planetari, che configurano un futuro incerto e oscuro. Il giallo è la Luce pura della sua creatività, è il ricordo di un mondo novecentesco denso di sogni meravigliosi, che guarda al terzo millennio con la speranza di una migliore realizzazione dell’essere umano, forte degli insegnamenti della storia e supportato dallo sviluppo incessante delle nuove tecnologie, le quali, tuttavia, si trasformano incredibilmente nell’oggetto e non nello strumento dell’agire degli individui, sia come singoli sia come collettività. L’artista perora l’identità culturale come punto di partenza di un restyling sociale est-etico, foriero di un rapporto sostenibile dell’essere umano con se stesso e con ogni componente animato e inanimato del pianeta. Il colore giallo c’è sempre, finché c’è vita, anche se rinnegato e mortificato dagli altri cromatismi, vale a dire dai drammi sociali contemporanei, impensabili anche poco più di vent’anni fa.